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Immagine del redattoreGabriele Palazzolo

Intervista a Sebastiano Pitruzzello 'GorillaRadio'

Aggiornamento: 19 apr 2021

Digital Success è la Rubrica di approfondimento nelle vite, storie e Successi di Professionisti e Imprenditori, che si sono contraddistinti nel panorama italiano e non solo!

Non le solite interviste! In Digital Success approfondiremo la Persona dietro al Professionista / Imprenditore, con domande riguardanti la loro esperienza di vita e lavorativa, pensieri, punti di vista e obiettivi futuri. Meno tecnica e più dietro le quinte di persone di Successo.


Sebastiano è un creativo con la C maiuscola, i suoi contenuti sono molto originali ed è un vero esperto di Digital Marketing a 360 gradi. In questa intervista si intravede l'amore per la sua terra e la voglia di far qualcosa di concreto per cambiare le cose.

GP: Iniziamo con il presentarti ai lettori, chi è Sebastiano Pitruzzello ?


SP: Sono un consulente che opera nel mondo del digital marketing, ho mille interessi, mille passioni e cerco di fare di questo un punto di forza.


GP: Ad oggi, come ti Definisci Professionalmente?


SP: Mi definisco come uno di quegli studenti che aiuta gli amici nelle materie in cui si sente più ferrato. Approccio la comunicazione e il digital marketing come un continuo percorso di studi e la cosa che mi riesce meglio è trasferire queste conoscenze a chi non ha lo stesso amore per queste discipline.

GP: Come vedi l'evoluzione dei Social Network nei prossimi anni? Che strada prenderanno secondo te?


SP: È difficile dirlo. Credo che il cambiamento più importante, soprattutto per noi che in questo contesto ci lavoriamo, sia il fatto che la barriera di ingresso alla creazione di contenuti si abbassa ogni giorno di più. Gli smartphone sono nelle nostre tasche da un bel po’ di anni, ma oggi più che mai le persone si sentono a loro agio nella creazione e diffusione di contenuti originali. Fino a poco tempo fa la maggior parte degli utenti si limitava a condividere contenuti creati da altri.

Questo significa che i brand e i personal brand devono alzare sempre più l’asticella della qualità per emergere in una offerta di contenuti sempre più grande.

GP: Essere un Professionista nel 2021, quali sono i pro e contro?


SP: Senza girarci intorno il lato più positivo è la domanda sempre crescente, anche quando sembra di vedere una crescita smisurata dell’offerta in realtà è sempre più più piccola della domanda. Chiaramente devi essere in grado di risolvere i problemi di chi si affida a te, altrimenti vieni dimenticato subito.


GP: Come hai iniziato il tuo percorso Professionale? Quali sono state le motivazioni e/o abilità che ti hanno spinto e dato la forza per raggiungere i tuoi obiettivi.


SP: Ho iniziato a interessarmi al digital marketing per fare crescere la mia attività di fotografo, in meno di dieci anni questo mondo mi ha fagocitato e oggi uso le fotocamere solo per girare i miei video e per fare qualche foto a mia figlia.


Non ci sono delle abilità particolari che mi hanno aiutato, la verità è che il mondo della comunicazione e del marketing è stato sempre molto interessante per me e ho sempre studiato molto.

Il passo decisivo che mi ha portato a fare quello che faccio oggi è stato superare una sorta di sindrome dell’impostore da cui ero affetto. La forza per raggiungere i miei obiettivi me l’ha data soprattutto l’avere realizzato che l’eclettismo e la varietà degli interessi e delle skill in mio possesso, a volte al limite del bizzarro, possono essere un grande punto di forza in questo ambito professionale.


GP: Di cosa vai più fiero?


SP: Di non avere stravolto la mia vita personale per fare posto alla vita professionale. Non ho mai voluto lasciare la Sicilia, non mi sono mai voluto allontanare dai miei cari e finora sono riuscito a fare queste cose senza rinunciare a troppe opportunità che, ammetto, altrove sono maggiori.


GP: Cosa significa essere un "Social media marketing strategist" ?


SP: Per rispondere in modo sintetico, per me significa sfruttare gli ambienti sociali online per fare crescere i guadagni dei miei clienti. Nella pratica poi il lavoro che svolgo per un cliente può essere diametralmente opposto rispetto a quello che svolgo per un altro cliente.


GP: Qual è la sfida più grande che affronti ogni giorno? Lavorativamente parlando.


SP: Credo la gestione delle mie energie e del mio tempo. In passato facevo fatica a dire di no e, oggi che voglio lavorare prima di tutto al mio personal brand, è diventato di fondamentale importanza per me.

GP: Progetti Futuri?


SP: Ho voglia soprattutto di lavorare di più al mio personal brand. Analizzando l’ultimo anno, le consulenze che ho fatto ai miei clienti, ho notato che ci sono degli argomenti che mi capita di trasmettere agli altri molto più di frequente. Sto valutando se questo può essere il punto di partenza per un corso o un altro tipo di prodotto formativo.

GP: Se avessi un capitale extra di 10 Milioni, come li spenderesti / investiresti e perché ?


SP: Ho sempre pensato che la nostra regione, la Sicilia, potrebbe essere una piccola Silicon Valley. Vorrei fare nel mio piccolo qualcosa capace di dimostrare questa mia convinzione. Li spenderei per creare, nella mia terra (che poi è anche la tua) una startup che fa della qualità delle condizioni di lavoro per i dipendenti una bandiera.


GP: Qual è stato il tuo più grande fallimento lavorativo?


SP: Qualche anno fa ho aiutato degli amici che stavano lanciando un ecommerce. L’idea era interessante, il prodotto pure. La loro visione era pari a zero. Pensavo di potere cambiare questa cosa e ho lavorato per più di sei mesi a vuoto. Tra l’altro sottoponendomi a un livello enorme di stress. Ho imparato delle cose però, cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno.


GP: Qual è il tuo più grande Pregio e Difetto?


SP: La poca pazienza, in entrambi i casi. È un pregio perché quando ho un’idea mi metto subito all’opera e sono capace di lavorarci senza sosta da subito. È un difetto perché a volte voglio ottenere troppo presto quello che ho in mente e rischio l’esplosione del mio cervello e di quello di chi lavora con me.


GP: Dove ti vedi tra 10 anni ?


SP: Geograficamente spero sempre qui. Professionalmente spero di avere e fare parte di un network più grande di professionisti e amici con cui collaborare, scambiare idee e punti di vista.


GP: Cosa fa Sebastiano nel week end?


SP: Di solito mi dedico a faccende di casa e passo più tempo possibile con la mia famiglia. Vivo in campagna e ho l’opportunità di passare tanto tempo all’aperto.


Quando ci sono i Gran Premi di Formula 1 sono incollato alla TV. Dalle prove libere alle interviste post gara. Non ho la passione per i motori in realtà, mi interessa perché è un mondo che mette insieme tante cose, tecnica, politica e soprattutto tanto marketing.


GP: Se dovessi dare un consiglio ad un ragazzo under 20, cosa gli diresti?


SP: Di leggere tanto, di imparare a studiare e di affrontare gli studi mettendo da parte i voti e focalizzandosi sulla crescita personale. Quella vera.


GP: Per diventare un tuo collaboratore, che caratteristiche dovrebbe avere il candidato ?


SP: Dovrebbe prima di tutto avere a cuore quello che fa, dovrebbe vedere il lavoro prima di tutto come una opportunità per migliorare e crescere oltre che per avere guadagni nell’immediato. Lavoro bene solo con chi ha voglia di sperimentare e imparare cose nuove, faccio fatica a collaborare con chi vuole vendere la stessa minestra a tutti.


GP: Quali sono secondo te le Skill più richieste nel tuo mercato attuale?


SP: Credo che il mio settore sia stato colonizzato inizialmente da chi si riempie la bocca di acronimi come CTR e CPM, da chi studia tanto il “manuale di istruzioni” delle varie piattaforme senza sforzarsi di studiare e capire come si comportano le persone. Credo (e spero) che ci sarà una inversione di questa tendenza.


GP: Su cosa dovrebbe investire oggi un giovane per farsi trovare pronto nei prossimi anni?


SP: Come dicevo nella risposta precedente, deve avere la capacità di capire i principi base del comportamento delle persone e capire come influenzarle eticamente. Dal punto di vista tecnico gli consiglierei di investire sulla comprensione dell’intelligenza artificiale e gli direi di studiare un po’ di coding, che non fa mai male.


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